Italia Salvatore e Angela Marasco

Mia madre era nata,l'11 maggioc1909. Quando arrivarono a Fantino quei bei banchi verdi sui quali tutti abbiano studiato, mia madre era grande ma, ascoltando da una finestra,aperta le lezioni di Donna Pierina,  imparò a, leggere e a scrivere. E, dato il grande analfabetismo, era mamma che scriveva le lettere e leggevo le risposte alle anziane del borgo. Mia madre era esperta in tante cose ed era a dispozione di tutti. Quando su faceva il pane, veniva chiamata: cummari Angiuli' vieni a vedere a' crescente. Era lei che decideva quando il forno era pronto per mettervi il pane e quando si poteva togliere. Era una grande fatica e anche uns grande gioia. Se ci penso, ancora sento il profumo di quella pitta calda con l'olio sopra. Era specializzata nell"avviamento del telaio: un momento delicato in cui si richiedeva forza e maestria.  La chiamavano anche da Carello perché in quegli anni il corredo si preparava a casa. Benché piccolo, io andavo con mamma e le facevo compagnia.  Aveva imparato a fare le. punture ed andava ovunque la chiamassero.. Sapeva fare le gonne particolari per le donne che portavano il "ritorto". Ma mia madre era soprattutto una donna di fede. Quante volte siamo andati a Caccuri per la settimana santa. Digiunava almeno due giorni la settimana. Quante preghiere e rosari insieme all'amica Angelina a' Riepude. Mia madre, come tutte quelle che affettuosamente io chiamo:le mie donne di Fantino; non erano diplomate, non usavano rossetti e dentifrici, ma erano sagge, di quella saggezza che, dice il grande Marcel Proust, non si acquista nelle aule universitarie, ma quella,grande maestra che è l'esperienza diretta della vita. Quando mia madre è venuta meno, ho scritto solo due parole: muore una mamma e si accende una,stella. Grazie mamma.