La storia romanzata del frantoio di Iannia

La storia romanzata del frantoio di Iannia

Come si estraeva l'olio di oliva

"La storia romanzata del frantoio di Iannia".    

Nella località di Iannia, vicino Fantino nel comune di   

San Giovanni in Fiore, c’era un frantoio che funzionava   

grazie ad un asino che legato alla trave della ruota di legno,   

camminava in modo circolare e faceva girare le due grandi   

ruote di pietra che frantumavano le olive facendo uscire   

l’olio dalle stesse. L’olio delle olive di Iannia, Viardina, Bennardella,   

Carello e Misuolo Sottano, nella prima metà del 1800 veniva   

comprato anche dal Vice re borbonico che comandava il   

regno delle due Sicilie dalla reggia di Caserta.    

La storia narra che l’asino che faceva girare la ruota del  

frantoio era un animale molto speciale.   

Era stato donato al proprietario del frantoio da un   

vecchio saggio che viveva in una grotta vicino al fiume Neto,   

nelle vicinanze della località " macchia e re fave".   

Il vecchio saggio aveva detto al proprietario del frantoio che   

l’asino era stato allevato con cura e amore e che aveva ricevuto   

una speciale benedizione dal dio della fertilità.    

L’asino era molto intelligente e sapeva esattamente quando   

doveva camminare più velocemente o più lentamente per far   

funzionare il frantoio alla perfezione. La gente del posto,   

composta in maggioranza da contadini che coltivavano e   

raccoglievano gli uliveti dei proprietari terrieri,   

ricevendo 1/4 del prodotto, diceva che l’asino aveva   

un’anima gentile e che amava stare con le persone.   

Quando il proprietario del frantoio morì, l’asino fu portato   

via da alcuni uomini malvagi che volevano usarlo per fare soldi.   

Ma l’asino non voleva essere usato per fare soldi e riuscì a fuggire.    

Da quel giorno in poi, l’asino non fu mai più visto nella zona.   

Ma la gente del posto diceva che ogni tanto si sentiva il rumore   

della ruota del frantoio che girava ancora grazie all’asino speciale.  


Alla prossima storia dei nostri luoghi, ma di ogni tempo, miei cari amici.    

13.07.2023 A.L.