La storia di Giuseppe - Parte Settima

"Come il cielo sovrasta la terra, così i miei pensieri sovrastano I vostri pensieri e le mie strade le vostre strade", dice il Signore.  Isaia, 50. I fratelli, insieme con Beniamino scesero in Egitto e si presentarono dal viceré. Giuseppe,nel vedere suo fratello, ebbe un nodo alla gola, ma si dominò. Ordinò al suo maggiordomo di riempire i sacchi di grano di mettervi i soldi che avevano pagato e nel sacco del più giovane anche la sua coppa d'argento Si misero in cammino, ma erano appena usciti dalla città, che vennero raggiunti dal maggiordomo che disse: perché rendete male per il bene e avete rubato la coppa del mio Signore? I fratelli protestarono la loro innocenza, ma quando aprirono i sacchi, la coppa venne trovata nel sacco di Beniamino. I fratelli si stracciarono le vesti e ritornarono indietro. Si presentarono da Giuseppe che li riprese: perché avete fatto del male? Essi risposero: riconosciamo il nostro errore, siamo tutti tuoi servi. Giuseppe rispose: non sia mai che io faccia questo. Chi ha rubato la coppa sarà mio schiavo e voi potete tornare al vostro paese. Allora Giuda si avvicinò e, prostrandosi, disse: se il mio Signore mi permette di parlare, vorrei dire che noi abbiamo portato  nostro fratello, perché il mio Signore ce l'aveva chiesto per poter tornare a comprare il grano. Nostro padre non voleva perché disse: io ho già perduto un figlio. Se dovessi perdere anche questo, morirei di dolore. Io risposi a nostro padre: se non lo portiamo, non possiamo andare a comprare il grano, ti assicuro che proteggerò Beniamino e te lo riporterò. Faccio una proposta al mio Signore: resterò io come tuo schiavo, ma fa ritornare il ragazzo da suo padre per non farlo morire per aver perduto i suoi due figli.